sabato 13 ottobre 2012

Smettiamo di nutrire il leviatano: prime riflessioni sulla legge di stabilità




Secondo me pochi hanno capito la portata della nuova legge di stabilità:

- aumento IVA;
-tagli di 1,5 miliardi alla sanità (che potrebbero raddoppiare stando alle prime stime)
- effetto retroattivo su deduzione interessi mutui prima casa;
- aumenta dal 4 al 10% l’Iva sull’assistenza socio sanitaria offerta dalle cooperative sociali;
- diminuisce il tetto della deducibilità fiscale per le auto aziendali;
- si stabilizza l’aumento «temporaneo» delle accise sulla benzina e il gasolio,

vien da dire beata ignoranza.... ma poi arriverà (per chi il lavoro lo ha) il 27 di gennaio........e l'effetto di riduzione sui primi due scaglioni irpef è abbondantemente sterilizzato dall'aumento IVA e dalla riduzione delle detrazioni sui mutui casa....

Una chiara manovra che aumenta le entrate e non taglia le spese inutili ma fa un taglio orizzontale sulla sanità....
penso oramai che la PA non sia in grado di autoregolarsi....è una struttura ingorda... che preferisce aumentare le entrate che ridurre le spese, il contrario di quanto farebbe qualunque buon padre di famiglia.... l'unica via è affamare la bestia... smettiamo di nutrire il leviatano....
 
  

 
 

mercoledì 3 ottobre 2012

la gestione del cambiamento

La gestione del cambiamento nelle amministrazioni pubbliche è particolarmente complessa.
Due sono le caratteristiche che la rendono tale: la specificità delle amministrazioni pubbliche e precisamente quella di essere organizzazioni professionali e la tempistica del processo che si vuole introdurre.

L'organizzazione professione si distingue in quanto qualunque approccio gerarchico o top down non funziona.... il fenomeno che si sviluppa è la resilienza.... cioè la capacità tipica delle amministrazioni pubbliche di ritornare alla posizione originaria qualunque cambiamento venga introdotto in modo gerarchico o top down.
Questo non vuol dire nè anarchia nè impossibilità di introdurre cambiamenti ma che il processo deve avvenire coinvolgendo i professionisti con passaggi istituzionali, con processo di informazione e condivisione delle logiche e dei criteri che sono alla base del cambiamento.

La tempistica del processo del cambiamento è altresì fondamentale: un processo troppo veloce può essere efficiente ma certamente non efficace.... e la struttura apprunto sfruttando la propria caratteristica, la resilienza, subirà il processo ma non lo farà proprio e quindi tutto tornerà come prima.
Un processo troppo lento rischia di essere inefficace ed inefficiente.... per il semplice motivo che nessuno se ne accorge....come disse un politico americano.. "i cambiamenti lenti sono come le montagne che si innalzano e vengono erose... ci crediamo tutti ma non ci accorgiamo di nulla... nè vedremo il fenomeno..."

Come fare? il processo di gestione del cambiamento richiede una sensibilità particolare, una capacità di responsabilizzare sui contenuti e allo stesso tempo dirigere...di accelerare quando serve e frenare quanto è consigliato.... altrimenti si rischia di andare a sbattere......
    

domenica 12 febbraio 2012

my speech at the MPM VII graduation - SDA BOCCONI

Dear students

Dear parents and relatives

Dear colleagues and friends

You made it….. it seems yesterday when you started your master, when you were asked to introduce yourselves, when you, well some of you, had some issues with quantitative methods….and then the search for the right internship, the last class in May….the MOC presentation and the farewell party with the Oscar Awards

So Here we are…..

You are now prepared, you tried really really hard…….and you made it….

The Master degree  you are about to receive does not have to be considered just as an achievement…. It has to be a corner stone for your professional future career..

 I think we all  have now a major challenge:  to show how the public sector  can add value into nowadays society. It is not just the economic crisis that is creating issues, it is the way we have been considering  the society that is going upside down.

There is a need for a new vision on the role of public sector and specifically working for the public sector has to mean, now more than ever, sharing values as: integrity, reliability, transparency, fairness, commitment….and much more…. This is why public organizations are considered mission driven  organizations…their mission is to serve the community….and to do so we need valuable public managers….. Our communities, our cities need you.. your knowledge, your expertise, your joy and your commitment….

So let me remind you that “A city set on a hill cannot be hidden”   so be brave…. Be committed… you have a major goal: to Leave the world a little better than you found it….



It was really an honor to serve as MPM director and to be here at your graduation day. I will be brief but I would like to highlight some points:



1 – stay in touch: I clearly remember what I said when I welcomed you on the very first day of your program: you can provide value to the class you are a key component (KSF) of the Master of Public Management. Enforce the network you created with your mates, the faculty, the guest speakers and mihmep guys too. This is a crucial point the network you were able to create will be a competitive advantage for your future career and your personal life.



2 – be visionary: the highest mountain is the one you never tried to climb….  we discussed it several times… strategy is useless if you do not have a vision and a system of values that will guide your journey… if you can dream it you can do it….. because I really think One person with a belief is equal to a force of ninety-nine who have only interests….


3 – I have been the director of the MPM for quite some years and I think it was a real blessing…. Yes, ok I know what you are thinking and you are right: a director is responsible for the pedagogy, the integrity of the program , all the administrative issues, the selection of the students……but I had the opportunity to work with some outstanding teammates, in a truly remarkable working place….and with world class students…..



It is now time to pass the torch and leave the directorship of the program… It had been a wonderful experience, full of emotions, always under pressure…. Enriching…

I have now to thank quite a few people:

First of all I would love to thank the person that had the vision 9 years ago…Elio Borgonovi… He gave me the opportunity to coordinate first and then direct the program…..I will always be thankful.

I would also love to thank all the administrative staff and the tutors that supported the program since the beginning: Aleksandra, Joanne, Elizabeth, Silvia, Asia, Daniela….you were and still are the pillar of the program….

What about all the coordinators: Stefano, Greta, Laura, Stefano, Monica…..thank you for your commitment, for sharing all the moments, the  deadlines and the issues with me… It had been a privilege to work with you…..

A special thank to all the faculty members, the colleagues and the visiting professors…you were able to provide value to the program…. Thank you for all the advice, ideas…..the feedback you gave me….

I leave the directorship to Monica… I am sure she will move the program to the next level…. The MPM  8 is doing great already….

I will not leave the program  I will have a lot of fun teaching performance measurement and the MOC….I will chair the steering committee…..we are working to have an outstanding committee…. 

What is next?

Yes…. Of course…. I have to thank you MPM students from all the  7 editions, each one was different, unique, so valuable….It was really a joy to have this beautiful experience….Let me conclude my speech with a final quote:

“Adversity causes some men to break…. others to break records”….MPMs are meant to break records….

martedì 3 gennaio 2012

fase due (continua)

fase due, la crescita.
In primo luogo è importante che ci si dica che cosa vogliamo intendere per competitività. L'Italia non è competitiva perchè i suoi prodotti sono sempre a minor valore aggiunto. Noi per struttura sociale, per configurazione dei costi non possiamo competere sul costare meno... noi dobbiamo competere sul fare le cose meglio o prima di altri....quindi ricerca e sviluppo....
Io personalmente non mi sorprendo che prodotti a basso valore aggiunto delocalizzino in realtà con costi di produzione inferiori. Mi preoccupo se queste attività non vengono sostituite da altre ad alta intensità di innovazione.... quanti brevetti registriamo noi? pochi molto pochi in termini di innovazione siamo 48 al mondo...
Purtroppo molti ancora pensano che per essere competitivi dobbiamo ridurre i costi non capendo che per risalire la corrente dobbiamo investire in Know How, in competenze, e come dicevo in ricerca e sviluppo. Personalmente io non mi preoccupo se un'impresa a basso valore aggiunto porta la produzione da altre parti mi preoccupo quando leggo i dati sugli investimenti stranieri in italia.... perchè mai un investitore straniero dovrebbe investire in italia? cerchiamo di rispondere a questa domanda ed una buona parte di problemi l'avremo quasi risolta... (continua)

lunedì 2 gennaio 2012

fase due

Per la fase 2:

Questi giorni festivi mi hanno offerto del tempo per riflettere soprattutto sul tema della crescita italiana, la tanto acclamata fase due. Non ho ricette ma alcune suggestioni le avrei. Provo a metterle in fila: parto dalla diagnosi e poi provo con la terapia:

La diagnosi dell’Italia è semplice e molti hanno già contribuito (la Deriva di Stella ma anche altre pubblicazioni più accademiche): mancanza di meritocrazia, paese sclerotizzato, avverso al rischio… una sorta di “chiagni e fotti…”…. Molto spostato sul tema dei diritti soprattutto quelli acquisiti poco propenso ai doveri…. Inotre è chiaro che siamo in un Paese in cui vi sono alcuni lavoratori ipergarantiti e molti precari. Verrebbe da chiedersi seriamente se i Sindacati stiano più dalla parte dei primi o dei secondi….e gli imprenditori che fanno impresa spesso grazie a finanziamenti a fondo perduto o con sistemi poco trasparenti…. O ancora le banche che tendono a dare i soldi a chi non ne  ha bisogno salvo poi non dare il mutuo alla giovane coppia o a chiudere linee di credito al piccolo imprenditore non scontando più le fatture….ma questa è solo una parte del problema, sono sicuro che chi legge avrà altri elementi da proporre o anteporre….

Veniamo alla terapia: direi punto primo il merito…. Siamo in un sistema che alla radice non è meritocratico….a partire dal sistema in cui lavoro, l’università: nessuno si domanda perché famiglie si svenino per iscrivere i propri figli alla Bocconi, alla Cattolica, alla Luiss… dal punto di vista legale tutte le lauree ovunque prese sono uguali… quindi perché pagare di più? Perché forse il valore di queste università è superiore? se fosse cosi allora riconosciamolo… basta con i segreti di pulcinella in cui vi è la forma tutti uguali mentre poi tutti sanno quali università siano migliori; tutte le donne sanno dove è meglio andare a partorire (ma guai a fare una graduatoria di efficacia dei reparti di ostetricia), tutte le mamme sanno quali scuole sono migliori, anzi oramai le mamme sanno anche quali sezioni sono migliori all’interno delle stesse scuole…..

Quindi io toglierei il valore legale del titolo di studio… Devono contare le competenze delle persone, le specificità, il valore aggiunto…. E quindi con il merito è giusto che chi ha le potenzialità ma non i mezzi debba essere aiutato….e solo un sistema meritocratico permette questo…

Dite che alcune università chiuderebbero se le loro lauree non avessero più valore? Amen, questi professori (me incluso) vadano a fare altro…. La smettano di insegnare quello che sanno (o si pensa sappiano) ed inizino a insegnare quello che serve (il famoso valore aggiunto) per fornire skilled workforce….

Altro tema, attuale proprio in questi giorni: perché lo stato deve dire quando iniziano i saldi? Facciamo quello che vogliono i commercianti aprano quando vogliono, dove vogliono, poi vediamo….certamente non sarà loro interesse offrire un servizio minore...  
Sistema legale e fiscale: poche regole chiare con sistema di sanzioni certe…. Ma come può un sistema come il nostro essere competitivo se il falso in bilancio non è un reato penale? Il falso in bilancio è una cosa gravissima si imbrogliano gli investitori, gli stessi lavoratori…. Deve essere un reato gravissimo….

Altro tema quante tasse abbiamo? Ma ha senso? Bisognerebbe fare un monumento ai commercialisti…. Nell’ultima sessione dell’esame di stato per dottori commercialisti c’è stata una domanda relativa a quando si puo’ non pagare l’IRAP… nel senso si paga e poi si fa ricorso…..

Si potrebbe andare avanti…. Ma sintetizzerei il tutto come una abolizione delle rendite di posizione…. Il profitto va benissimo ma no a posizioni ereditarie (inherited prosperity) come i notai, le licenze commerciali, gli avvocati…..dimostrami che sei bravo… l’iscrizione all’albo professionale non mi dice nulla….

Non si può non avere un pensiero per le famiglie… il nostro paese prevede che un sistema fiscale che penalizza le famiglie con figli, penalizza le donne nel momento in cui non sono solo più vulnerabili (la post maternità) ma anche essenziali ed uniche per la nostra sopravvivenza su questo pianeta…un’ingiustizia gravissima…..non va supportata la donna solo in maternità ma anche e soprattutto nel momento del reinserimento lavorativo…..dirotterei alcuni incentivi inutili dati alle imprese (solo per continuare ad essere inefficienti) a favore delle famiglie e anche un salario minimo garantito (600 - 700 euro al mese vi sembrano dignitosi per entrare nel mondo del lavoro?)…
Chiudo questa riflessione con un auspicio: quello di uno stato che non interviene direttamente ma che crea le condizioni per la competitività…. Lo stato da solo non può creare un sistema competitivo al max lo può favorire… lo stesso vale per le imprese, sono morte senza un sistema pubblico che crei le giuste condizioni per svilupparsi (oramai nessuno crede più al mercato che si autoregola….il mercato ha fallito chi non se ne ancora accorto è bene che si svegli).. e quindi auspicherei una vera, genuina, profittevole partnership pubblico privato….la vera terza via….il vero III millennio che avanza….just my 2 cents…(fine prima parte)

sabato 12 novembre 2011

La musica è finita (Gramellini)

Oggi è il giorno che chiude un ventennio, uno dei tanti della nostra storia. E il pensiero va al momento in cui tutto cominciò. Era il 26 gennaio 1994, un mercoledì. Quando, alle cinque e mezzo del pomeriggio, il Tg4 di Emilio Fede trasmise in anteprima la videocassetta della Discesa In Campo. La mossa geniale fu di presentarsi alla Nazione non come un candidato agli esordi, ma come un presidente già in carica. La libreria finta, i fogli bianchi fra le mani (in realtà leggeva da un rullo), il collant sopra la cinepresa per scaldare l’immagine, la scrivania con gli argenti lucidati e le foto dei familiari girate a favore di telecamera, nemmeno un centimetro lasciato al caso o al buongusto.

E poi il discorso, limato fino alla nausea per ottenere un senso rassicurante di vuoto: «Crediamo in un’Italia più prospera e serena, più moderna ed efficiente... Vi dico che possiamo, vi dico che dobbiamo costruire insieme, per noi e per i nostri figli, un nuovo miracolo italiano». Era la televendita di un sogno a cui molti italiani hanno creduto in buona fede per mancanza di filtri critici o semplicemente di alternative. Allora nessuno poteva sapere che il set era stato allestito in un angolo del parco di Macherio, durante i lavori di ristrutturazione della villa. C’erano ruspe, sacchi di cemento e tanta polvere, intorno a quel sipario di cartone. Se la telecamera avesse allargato il campo, avrebbe inquadrato delle macerie.
Oggi è il giorno in cui il set viene smontato. Restano le macerie. La pausa pubblicitaria è finita. È tempo di costruire davvero.

domenica 6 novembre 2011

Riprendo una riflessione di Eugenio Comincini per dare Eco al tema del patto di stabilità
 così ignorato dalla gente ma così rilevante nella gestione della cosa pubblica..

Immaginate di avere un lavoro che vi renda 100 all’anno; sulla base di quanto introitate decidete di comprare una macchina che vale 20, di concedervi relax e benessere che vale 5, di comprarvi una casa nuova anticipando 30 ed accollandovi un mutuo di 120 che vi costa 5 all’anno. Il vostro normale tenore di vita impegna il resto dello risorse (40). L’anno seguente la vostra azienda decide improvvisamente e senza possibilità di trattativa che il vostro nuovo stipendio annuo sarà di 80. O tagliate il vostro normale tenore di vita, o vendete la macchina, o rinunciate al godimento del relax e benessere. Se non fate nulla di tutto ciò rischiereste di non poter pagare più il mutuo della casa…
Ora – al di là del banale esempio – cosa accade ai Comuni? Ogni anno il Comune stende il proprio bilancio e decide di impegnare le risorse disponibili: se ho 100 farò per 100, se ho 80 farò per 80 (negli Enti pubblici non è previsto che “si risparmi”, cioè che non si decida come impegnare le risorse a disposizione). Se faccio una strada o faccio una scuola, se do assistenza ai disabili o organizzo concerti, sono scelte politiche. Ma la copertura economica ce l’ho. Ci sono scelte, però, che si sviluppano su più anni: costruire un’opera pubblica è cosa che spesso richiede un lasso di tempo lungo. Prima di avviare l’opera, però, il Comune deve avere tutti soldi da parte, se no non si comincia. Come opera dunque il patto di stabilità? Se faccio una scuola che costa 300 e ci impiego 3 anni per farla, non importa se quando ho avviato l’opera i 300 li avevo già da parte: gli anni seguenti l’avvio dell’opera nel quale si pagano i lavori, il Comune deve garantirsi introiti di flussi pari ai pagamenti che deve effettuare, anche se i soldi li ha già da parte. Ma se a causa dei tagli, della crisi che fa diminuire i redditi e quindi l’addizionale Irpef comunale, delle scelte di costruire di meno (quindi minori oneri di urbanizzazione, già pochini per la crisi stessa), un Comune negli anni a seguire incassa meno (cioè ha minor flussi di entrata), cosa fa? Molla l’opera? Non paga l’azienda? Taglia altre spese per pagare quanto deciso di fare (e già finanziato)?
Può sembrare assurdo, ma i Comuni italiani, per via del patto di stabilità, hanno depositato presso la Banca d’Italia miliardi di euro (a tasso zero) che non possono essere spesi per pagare opere che già sono state decise e finanziate, e spesso avviate!!! Per restare a casa nostra, Cernusco sul Naviglio ha bloccati 22 milioni di euro: attenzione, non da utilizzare per fare altro, ma 22 milioni di euro che risultano essere la sommatoria delle decisioni di spesa già fatte sulla base delle risorse disponibili! Soldi nostri, per spese già decise a favore della nostra comunità, che non possiamo utilizzare se non in funzione di un complicatissimo calcolo basato sui saldi del passato e su alcune voci di quanto ci entrerà nelle casse ogni singolo anno. Fa niente se i soldi già li abbiamo…
Vale la pena meditare su due effetti legati al patto di stabilità, come il nostro Paese l’ha congeniato e sviluppato. Spesso sono proprio gli Enti locali, che non possono pagare per via del patto di stabilità, gli “agenti di morte” di alcune aziende italiane, trovatesi in gravissime difficoltà finanziarie perché non sono state pagate per le loro commesse pubbliche. In un momento di crisi come questo, consentire di pagare le commesse pubbliche equivale a far circolare ricchezza, stipendi, consumi, produzione, ecc., cioè far ripartire l’economia.
Vi pare che un sistema del genere sia sostenibile? Considerando che ogni anno il patto di stabilità è sempre stato inasprito, è comprensibile la rabbia e la protesta dei Sindaci.