Mi permetto di fare cassa di risonanza ad una intervista recentemente comparsa in merito alla realtà dell'asilo "Sorre"...mi rendo conto della complessità del discorso ma almeno su di un punto tutti dobbiamo essere concordi: e' una realtà altamente qualitativa e di eccellenza che fa onore alla nostra città e offre valore pubblico... sicuramente un vanto per tutti i genitori che hanno toccato con mano l'alto profilo educativo offerto.....
L'INTERVISTA
ELISABETTA FERRARIO:
«AL “SORRE” C’È PASSIONE PER I BIMBI, L’EDUCAZIONE E LA VITA»
Intervistiamo questo mese Elisabetta Ferrario, presidente della Scuola dell’infanzia Suor Sorre, più comunemente chiamato Asilo Sorre, che nel 2011 festeggerà il 125° anniversario di costituzione. «Il significato della presenza del Sorre - per Ferrario - sta nella storia, nel presente e nel sorriso dei nostri bimbi.»
Elisabetta Ferrario è nata a Jesolo (VE) il 23.03.1949 da famiglia cernuschese. Dal 1957 risiede a Cernusco sul Naviglio. È laureata in architettura, conseguita nel 1972 al Politecnico di Milano. Ha insegnato all'ITSOS di Cernusco, al Politecnico di Milano, in Università Cattolica. È autrice di numerosi libri di architettura e storia locale. Collabora con l'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda (ISAL), col FAI e siede nel consiglio d’amministrazione dell'ALP (Associazione laureati del Politecnico).
Spesso si dice che l'asilo “Sorre” è la più antica istituzione culturale cernuschese. Quali sono le sue origini? Chi lo amministra oggi?
L' asilo “Sorre” fu fondato nel 1886 da cinque Cernuschesi, laici, a fini assistenziali (togliere dalla strada i bambini di quel tempo, le cui madri spesso lavoravano nelle filande). Questi cinque fondatori affidarono la gestione alle suore Marcelline. Per molti decenni le suore sono state le uniche maestre dell’asilo, a titolo totalmente gratuito. Oggi una sola suora, insieme a 17 insegnanti laiche, ancora insegna ai bambini.
Il consiglio d’amministrazione è composto da nove componenti (tutti volontari non remunerati) di cui cinque eletti in rappresentanza dei soci, uno in rappresentanza dei genitori, e tre membri di diritto, nominati rispettivamente dall'Istituto delle Suore Marcelline, dalla Parrocchia e dai discendenti della famiglia Biraghi a tutela dei valori originari dell'ente.
L’asilo “Sorre” quindi non è delle suore Marcelline?
Per nuova che possa apparire, questa è la verità. Esiste un ente morale di diritto privato con personalità giuridica (senza sede all’estero e non di “proprietà vaticana”, come purtroppo si è sentito dire in una pubblica occasione nel mese scorso). L'ente, costituito il 13 luglio 1886, è proprietario dello stabile di via Videmari, in cui ha sede l’asilo.
Allora la Scuola dell’Infanzia Suor Sorre è una scuola pubblica?
La Scuola dell’infanzia Sorre è una suola pubblica non statale, paritaria e riconosciuta nel sistema di istruzione integrato nazionale, composto da scuole statali e non statali. È federata alla FISM (Federazione Italiana delle Scuole dell’infanzia paritarie, che in Lombardia rappresenta il 63% delle scuole dell’infanzia).
La nostra scuola partecipa periodicamente al Coordinamento di rete FISM del circondario di Cernusco, che ha come responsabile il nostro dirigente didattico Fiorenzo Bertoli, che nell’ambito della Federazione è membro della Commissione pedagogica provinciale e responsabile del Centro di documentazione e risorse.
Recentemente vi sono state polemiche sui finanziamenti comunali, pari a 300.000 euro all’anno. Cosa ne dice?
Se ne è parlato molto il mese scorso: qualche cittadino ha proposto, nel consiglio comunale aperto del 10 novembre, di “togliere il finanziamento all’Asilo Sorre per risparmiare un milione e mezzo in cinque anni e costruirci una scuola nuova, facendo funzionare meglio, con gli stessi soldi, le altre scuole esistenti a Cernusco”.
Ho già ricordato che determinare la chiusura della nostra scuola (se una simile idea fosse mai attuata), metterebbe “in mezzo alla strada” i 236 bambini di Cernusco iscritti alla nostra materna con gravi conseguenze, che chiunque può comprendere, per le famiglie cernuschesi interessate e per il personale docente e non. Basta il buonsenso per capire che sarebbe una sciagura per le famiglie, nell’immediato, e per tutta Cernusco, privata di una storica e tuttora vivace istituzione.
È recente il “gemellaggio” tra la Scuola dell’infanzia Sorre e l’asilo di Pratola Peligna. Che senso ha questa iniziativa?
L’iniziativa parte dall’associazionismo cernuschese, in questo caso da Avis. Questa l’intuizione: aiutare questa parte d’Italia anche oltre il “clamore” dei primi momenti del terremoto dell’aprile 2009. Pratola Peligna ha un asilo nido al primo piano di un edificio degli anni sessanta, raggiungibile con una scala e realizzato con criteri diversi dalle attuali norme antisismiche. Abbiamo accolto l’invito a dimostrare, da qui in avanti, la nostra amicizia, e speriamo di poter contribuire alla costruzione del nuovo asilo, come la parrocchia ha già iniziato a contribuire, con una donazione, al restauro del santuario Pratolano “Madonna della Libera”, solo recentemente messo in sicurezza e riaperto al pubblico dopo il terremoto. È un bel modo, ci pare, di insegnare la solidarietà e di entrare nell’anno del 125esimo di fondazione.
È vero che di recente siete stati protagonisti di un convegno presso l’Università Cattolica?
Il 9 ottobre 2010 si è svolto, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il convegno delle scuole dell’infanzia paritarie della provincia di Milano dal titolo”Scuole del risveglio”, con il sottotitolo “Una scuola straordinaria è una scuola che nel quotidiano offre occasioni ai bambini per uscire dalle stereotipie e dai condizionamenti socioculturali e risvegliarsi come soggetti normali, cioè straordinari”.
Alla fine del convegno era doveroso proporre una testimonianza che potesse rappresentare un modello di scuola dove i bambini vivono la straordinarietà del quotidiano. Ebbene, la nostra scuola ha avuto il privilegio di essere stata scelta per questa testimonianza. Il nostro dirigente didattico ha presentato e commentato il progetto dello scorso anno scolastico “Educare alla bellezza”, che ha raccolto l’applauso delle seicento insegnanti e coordinatrici convenute.
Questo riconoscimento assume molta importanza per la nostra scuola, poiché riconosce l’impegno e la passione che sono alla base della nostra azione educativa.
Con l’Università Cattolica, del resto, abbiamo già da alcuni anni una convenzione per accogliere durante l’anno scolastico le laureande della Facoltà di Scienze della Formazione, per il periodo di tirocinio.
E a Cernusco con chi collaborate più di frequente?
La collaborazione tra la scuola e la società cernuschese, con le sue istituzioni, è variegata. Un esempio recente è la realizzazione del circuito per l’educazione stradale verniciato nei vialetti della scuola, progettato in collaborazione con la Polizia locale. Ma potremmo citare altri tipi di collaborazione, dalla Asl per i progetti di educazione alla salute, dai rapporti privilegiati con la parrocchia, oppure il buon rapporto che intratteniamo con il Primo circolo Didattico, ospitando ogni anno gli alunni delle quinte in occasione della rappresentazione dei loro spettacoli, e infine il rapporto con l’associazionismo, già citato.
Qual è dunque il significato della presenza della scuola dell’infanzia Sorre, a Cernusco da quasi 125 anni?
I significati più immediati sono la passione per i bambini, per l’educazione, per la vita. Da un punto di vista storico, dobbiamo rilevare che esiste una scuola da 125 anni a Cernusco. Ha attraversato epoche e regimi, ed è rimasta. Espressione dei Cernuschesi, della comunità locale, della sua storia, dei suoi valori. Senza voler essere l’unica offerta, non si è fatta omologare. Questa nostra scuola, a Cernusco, si sostiene grazie all’azione dei Cernuschesi, grazie alle suore che hanno concesso gratuitamente la loro opera e l’utilizzo di spazi, grazie a consiglieri che prestano la loro azione gratuitamente e grazie ad una amministrazione cittadina che, ad ogni cambio di giunta, ha confermato di vedere, senza pregiudizi, che questa presenza, profondamente cernuschese, continua ad essere una risorsa per la cittadinanza. Il significato della nostra presenza sta nella storia e nel presente dei Cernuschesi. E nel sorriso dei nostri bambini.